21 febbraio 2018

Studenti (e insegnanti) alla prova dell’imprenditorialità

Siete voi, i ragazzi del percorso I Casi della Vita, tra i protagonisti delle prime esperienze che sono state avviate in Italia in ambito di educazione all’imprenditorialità, all’interno del programma Pact4Youth. Il rapporto “Piano di azione italiano. Progress review” elaborato nell’ambito del progetto europeo (leggi anche "Pact4Youth, che numeri ragazzi!"), di cui l'educazione finanziaria è uno dei tre pilastri, indica che nel 2016, ultimi dati disponibili, sono stati circa 60mila gli studenti coinvolti da questi programmi.

Perché farvi partecipare a un percorso di questo tipo? L’obiettivo comune di tutti questi programmi è la creazione tra voi giovani di una coscienza imprenditoriale e dell’apprendimento di ciò che concerne l’ambiente economico in ogni sua sfumatura. Si tratta soprattutto di sviluppare competenze utili per la vostra futura vita lavorativa come creatività e innovazione; pianificazione; alfabetizzazione finanziaria e gestione dell’incertezza. Ogni programma ha poi approfondito alcuni temi trasversali. Ecco che con Eos, voi studenti avete per esempio costruito la vostra consapevolezza economica sulla conoscenza dei rischi, dei prodotti e della terminologia assicurativa. In altri casi, l’attenzione è stata rivolta ai sistemi di pagamento e ai finanziamenti, alle competenze ambientali e ai green jobs, ai principi e alla cultura cooperativa. Attraverso queste esperienze non si è puntato al mero apprendimento nozionistico e teorico ma a pratiche concrete economiche, relazionali e di gestione del rischio.

Sbagliate infatti se pensate che l’educazione all’imprenditorialità riguardi solo i futuri imprenditori! È una sfida più complessa: come ha ricordato anche il documento “EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework”, sviluppato dalla Commissione Europea, l’imprenditorialità è un concetto articolato che non riguarda solo chi vuole avviare un’impresa, ma è legato al più ampio concetto di “occupabilità”. Ecco perché ci sono voluti diversi anni affinché a livello europeo si giungesse a un documento che definisse gli elementi distintivi dell’imprenditorialità (protagonista del focus che verrà pubblicato successivamente a questo articolo). Ed ecco perché tutti questi programmi fanno parte di un più ampio progetto di condivisione tra le diverse esperienze che ha l’obiettivo di favorire il confronto e lo scambio di modelli: l’hub multistakeholder.

L’HUB PER LIMPRENDITORIALITÀ

Nell’ambito di Pact4Youth è stato infatti creato un tavolo di lavoro tra esperti, società civile e aziende, che ha portato avanti attività di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni e delle imprese. È stato così creato un Hub multistakeholder con l'obiettivo di mettere in rete gli attori impegnati su questo tema e permettere la diffusione di modelli virtuosi di educazione all’imprenditorialità su scala nazionale.

Nel primo anno di attività, l’Hub si è dato quattro obiettivi principali: 1) la condivisione delle sperimentazioni e l’analisi delle metodologie di successo, della scalabilità e dei punti critici; 2) l’identificazione di modelli di riferimento particolarmente innovativi ed efficaci; 3) l’analisi e il raffronto di questi modelli per la loro diffusione nel sistema scolastico; 4) azioni di sensibilizzazione verso le imprese, gli enti locali, le istituzioni nazionali su come inserire iniziative di educazione all’imprenditorialità all’interno dei percorsi di Alternanza Scuola Lavoro(ASL), altro importante pilastro di azione del Pact4Youth (leggi anche l’intervista Italia caso di “scuola”).

Siete così parte di un importante progetto che vuole mettere nuove basi per il futuro educativo di voi giovani che nella vostra vita lavorativa, al contrario delle generazioni passate, in uno scenario socio-economico profondamente mutato, dovrete cambiare probabilmente più di un lavoro. Certamente un contesto in cui partire con le giuste competenze, tecniche e relazionali, è importante.

Tuttavia, una buona educazione all’imprenditorialità non chiama in causa solo la vostra attenzione e impegno, certamente fondamentali! Ma riguarda anche imprese e docenti. Le prime perché dovranno essere coinvolte in attività di educazione all’imprenditorialità da portare avanti insieme a voi. I secondi perché sono chiamati a cimentarsi con modalità nuove di insegnamento.

IL CAMBIO DI APPROCCIO

L’educazione all’imprenditorialità cambia infatti anche il modo di stare in classe. Scoprirete e sperimenterete nuovi metodi come il learning by doing, la flipped classroom o le attività laboratoriali. Nel dettaglio, le attività principali che coinvolgono i giovani sono la mini impresa, l’innovation camp, i project work, le competizioni didattiche. La mini impresa consiste nella creazione da parte degli studenti di una rappresentazione ridotta ma concreta di un’entità economica il più possibile simile alla realtà. L’innovation camp è una competizione di una giornata che riunisce tra gli 80 ei 100 studenti: di fronte a una problematica aziendale o sociale concreta e reale, i partecipanti devono elaborare una soluzione innovativa e sostenibile ed arrivare a fare un pitch per presentare le loro idee. I Project work imprenditoriali prevedono una didattica informale con lezioni teoriche di approfondimento, attività pratiche, workshop e gruppi di lavoro interdisciplinari: un lavoro di gruppo a progetto per ideazione di idee imprenditoriali con approccio design thinking. Infine, le competizioni didattiche sono momenti in cui vengono presentati i vari progetti attraverso attività tipiche del mondo imprenditoriale e delle startup come elevator pitches, fiere aziendali e presentazioni a giurie di esperti d’azienda.

Attraverso questi percorsi si acquisisce lo spirito di iniziativa e di imprenditorialità assieme agli strumenti cognitivi di base in campo economico e finanziario.