Pact4Youth, che numeri ragazzi!
Cosa significa in concreto Pact4Youth? In cifre possiamo tradurlo in 23mila partenariati di business-education, 160mila nuove opportunità per i giovani, 117mila insegnanti e 24mila dipendenti mobilitati. Con il coinvolgimento di ben 5,2 milioni di studenti in tutta Europa.
I partenariati di business-education sono programmi in cui il mondo della formazione, delle imprese, della società civile e delle istituzioni collaborano per sviluppare percorsi mirati di apprendimento durante il periodo scolastico degli studenti. Un modello innovativo a sostegno della formazione e dell’occupabilità di voi giovani europei lanciato grazie alla campagna Pact4Youth.
I risultati sono andati oltre gli obiettivi inizialmente fissati che si prefiggevano di creare 10mila partnership di qualità tra le imprese e il sistema formativo e di avviare 100mila nuovi apprendistati, praticantati o primi lavori.
Anche in Italia. A fronte di obiettivi per 500 partenariati e 10mila studenti coinvolti (in alternanza scuola lavoro di qualità, tirocini e apprendistati), dal 2016 ci sono state 3.915 partenariati con 4.942 manager attivati, 4.699 docenti ingaggiati, 125.155 studenti coinvolti. Sono poi state create 15.773 nuove opportunità per i giovani, di cui 10.760 tirocini, 3.446 apprendistati, di qualità, 1.457 primi posti di lavoro.
Le aree su cui i partner del Patto si sono focalizzati sono state: le competenze di base, le competenze digitali, l’inclusione dei Neet (non occupati né in formazione), le competenze imprenditoriali e le soft skill, la consulenza sui percorsi di carriera, il supporto alle donne nell’educazione Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
IL PRIMO BUSINESS-EDUCATION SUMMIT
Il lavoro fatto fin qui ha avuto il suo momento chiave il 23 novembre 2017 a Bruxelles quando si è svolto il primo European Bussiness-Education Summit per tracciare il bilancio dell’iniziativa. Nella capitale del Belgio, sede delle principali istituzioni dell’Unione europea, si sono riuniti business leader, esponenti della società di civile e delle istituzioni, per approfondire i principali temi emersi nei due anni di lavoro e tracciare la strada futura, esplorando nuovi modi per sostenere e aumentare l’occupazione dei giovani nei prossimi anni.
Il percorso non finisce infatti con la chiusura della campagna europea Pact4Youth. Continuerà a livello nazionale attraverso l’implementazione dei piani di azione che sono stati definiti dagli Stati membri in questi due anni di lavoro. Allo stesso tempo il confronto all’interno di Pact4Youth ha portato a elaborare tre proposte di policy, presentate durante il summit, che si prefiggono l’obiettivo di far diventare la partnership business-education una nuova norma educativa.
Su questo fronte c’è infatti ancora da lavorare. In molti casi non è ancora avvenuto nelle imprese quel cambio di approccio che vede nelle partnership con le scuole, gli insegnanti e gli alunni un investimento concreto. Un investimento che assicura un ritorno all’azienda e alle varie funzioni del business in cerca di persone di talento con le giuste competenze conoscitive, relazionali e imprenditoriali. In due anni di engagement il Patto ha mostrato che ancora per troppe società la “classe” non è ancora entrata nell’agenda del consiglio di amministrazione. Eppure si tratta di un tema che interessa anche agli investitori, i quali devono sapere come le società investono nel capitale umano, alla stregua degli investimenti in capitale naturale.
Va in questa direzione l’appello degli amministratori delegati diffuso a valle del summit a sostegno delle tre policy elaborate all’interno della campagna Pact4Youth.
LA STRADA FUTURA
I tre indirizzi d’azione presentati al summit sono:
- Rendere l’educazione professionale e l’apprendistato scelte “uguali” per i giovani.
- Far sì che le partnership impresa-scuola diventino la nuova norma in Europa.
- Favorire e diffondere l’educazione all’imprenditorialità nei percorsi formativi.
Attraverso queste proposte i leader del Patto forniscono una visione strategica su come le istituzioni europee e i governi possono agire come “game changer”, articolando soluzioni concrete che rispettano il principio di “sussidiarietà” degli Stati membri e pongono obiettivi ambiziosi.
In primo luogo, il Patto ritiene che l’educazione professionale e l’apprendistato siano una leva per l’accesso dei giovani al lavoro e per garantire migliori competenze alle aziende. Tuttavia, la situazione varia fortemente tra i Paesi membri con ampie divergenze nel grado di attrattività e di qualità di questi percorsi. Per il Patto è tempo che si crei un contesto uguale in tutta l’Europa, che offra qualifiche confrontabili e comparabili in tutti i diversi Paesi, rendendo così l’apprendistato e l’educazione professionale opzioni attraenti anche agli occhi dei giovani, dei genitori, degli insegnanti e delle aziende.
In secondo luogo, per sostenere le partnership impresa-scuola il Patto indica delle proposte di riforma rivolte sia alle imprese, sia agli Stati membri sia alle istituzioni: le prime dovrebbero integrare l’educazione dei giovani nella loro pianificazione rafforzando il proprio coinvolgimento e si dovrebbero sviluppare delle linee guida di rendicontazione degli investimenti in educazione; gli Stati membri dovrebbero rendere obbligatorie queste partnership, con la parallela implementazione di misure incentivanti e di supporto; le istituzioni europee dovrebbero semplificare e potenziare il branding delle iniziative, attraverso per esempio un One-Stop-Shop “Europe for Youth”.
Infine, la terza proposta punta ad assicurarsi che ogni giovane persona abbia l’opportunità di coltivare le competenze trasversali che sono sviluppate attraverso l’educazione all’imprenditorialità. Per farlo l’obiettivo è fornire a tutti i giovani l’accesso a esperienze imprenditoriali pratiche a tutti i livelli dell’educazione (primaria, secondaria, terziaria). Tra le iniziative utili a raggiungere l’obiettivo: l’inclusione dell’educazione all’imprenditorialità anche nella crescita professionale degli insegnanti; la collaborazione delle aziende con le scuole nella strutturazione di percorsi di educazione all’imprenditorialità; la creazione di target di partecipazione europei, per scuole e alunni, nei programmi di educazione all’imprenditorialità.