28 novembre 2016

Istuzione e lavoro, le proposte dell'ASviS

Come migliorare l’istruzione dei giovani? E l’occupazione femminile? Come aiutare i Neet? L’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, nel suo primo rapporto sull’Italia e sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, di cui vi abbiamo parlato nel precedente EOSditoriale La pagella dell'Italia, indica una serie di proposte che riguardano anche l’educazione e le politiche per il lavoro. Vediamo insieme alcuni delle indicazioni dell’Alleanza.

ACCEDERE ALL’ISTRUZIONE E ALL’IMPRESA

L’ASviS sottolinea che «l’influenza delle condizioni familiari sulla capacità di accedere a servizi di elevata qualità» rimane assai forte e che «è indispensabile costruire un’azione pubblica che riduca i divari derivanti da tale influenza». Inoltre, per l’Associazione due dimensioni fondamentali dell’inclusione sociale sono rappresentate dall’accesso di persone con competenze imprenditoriali al governo delle imprese e ai risultati della ricerca (indipendentemente dai propri mezzi finanziari), e dalla partecipazione e dal contributo autonomo dei lavoratori alle imprese. Su quest’ultimo fronte va promossa la sindacalizzazione dei lavoratori privi di contratto a tempo indeterminato, vanno fiscalmente favoriti il lavoro a tempo parziale e la formazione continua dei dipendenti, vanno valorizzate le esperienze di “manifattura collaborativa” che esistono nel Paese.

AUMENTARE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Ovviamente, una dimensione cruciale della disuguaglianza riguarda la condizione delle donne, tema trasversale al quale l’Agenda 2030 dedica un’attenzione particolare. In questo campo per l’ASviS «la priorità deve andare a politiche tese a aumentare l’occupazione femminile». Iniziative che devono essere coordinate in un quadro coerente che preveda: la fornitura di servizi sociali adeguati, misure fiscali ad hoc, sostegno all’imprenditoria femminile, azioni ad ampio spettro per la condivisione del lavoro di cura e per ridurre le differenze tra generi nell’uso della tecnologia dell’informazione e il sessismo presente nei media.

PER UNA GARANZIA GIOVANI PERMANENTE

Sul fronte del lavoro, e con particolare attenzione sempre alle donne ma anche ai giovani, l’ASviS raccomanda che si potenzino al massimo le politiche attive del lavoro. Al fine di ridurre significativamente entro il 2020 (come previsto dal target 8.6), il numero (oltre due milioni) dei giovani che non studiano, non sono in formazione e non lavorano (NEET), il programma “Garanzia Giovani” va migliorato e reso permanente, come già avviene in altri paesi europei, «superando i limiti e la disomogeneità territoriale che ne hanno caratterizzato i primi due anni di attività». L’alternanza scuola-lavoro deve divenire la prassi. Per questo per l’ASviS bisogna favorire le forme di partenariato tra il mondo imprenditoriale e le scuole, quali lo European Pact for Youth e la European Skill Strategy.

LE QUATTRO PRIORITÀ PER UN’ISTRUZIONE DI QUALITÀ

Per realizzare l’obiettivo 4 (Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti) nel contesto italiano, l’ASviS indica quattro aspetti su cui concentrarsi:

  1. La qualità degli apprendimenti: a fare la differenza non è il tempo passato a scuola bensì ciò che effettivamente vi si apprende (le competenze per l’occupabilità e, più in generale, per la vita).
  2. Il contenimento della dispersione: la lotta contro gli abbandoni precoci chiama in causa una molteplicità di situazioni e di soggetti diversi, all’interno e all’esterno del sistema scolastico e formativo, per cui è fondamentale intervenire sugli apprendimenti, ma anche sulle motivazioni dei singoli studenti, lavorando, ad esempio, al rafforzamento dell’autostima.
  3. Precedenza all’inclusione: la famiglia dei “bisogni educativi speciali” è composta da circa 1,5 milioni di ragazzi e abbraccia le persone affette da disabilità, quelle che manifestano disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia o discalculia) e quelle con svantaggi di natura sociale o culturale, come ad esempio i giovani di origine immigrata con scarsa padronanza della lingua italiana. Per sviluppare un sistema davvero inclusivo vanno potenziate la sensibilità a questo problema e soprattutto le pratiche didattiche quotidiane.
  4. L’apprendimento permanente: la promozione lungo tutta la vita di opportunità di apprendimento è un punto debole del sistema italiano di formazione delle competenze, la cui offerta formativa è frammentata, spesso occasionale. Ne hanno fatto le spese i soggetti più fragili. Considerando che l’accelerazione dell’innovazione tecnologica renderà più esposte a questo problema fasce crescenti di popolazione, si raccomanda un forte investimento in questo settore.

Sono temi che ci riguardano tutti e riguardano ancor più voi, gli studenti di oggi e gli adulti di domani. Cosa ne pensate? La riflessione continua su @Unipol_EOS