23 novembre 2016

La pagella dell'Italia

A che punto è l’Italia rispetto agli obiettivi di sostenibilità? Se fosse uno studente, diremmo “rimandata a settembre”. Il nostro Paese è in ritardo sugli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 sottoscritta un anno fa dai governi delle Nazioni Unite. La fotografia è stata scattata dall’ASviS in un’analisi presentata a fine settembre e indica un Paese ancora lontano dal percorso di sostenibilità necessario.

Vi chiederete, cosa significa in concreto?

Vuol dire che in Italia si contano oltre 4,5 milioni di poveri assoluti, un tasso di occupazione femminile inferiore al 50%, investimenti in ricerca e sviluppo di poco superiori all’1% del Pil e oltre 2 milioni di giovani che non studiano e non lavorano (gli ormai famosi Neet). E ancora: i tassi di abbandono scolastico si attestano al 27,3% per i figli di genitori meno istruiti a fronte del 2,7% per i figli di genitori in possesso di laurea, il rapporto tra ricchi e poveri è tra i più squilibrati dell’area Ocse, ci sono significative disuguaglianze di genere e un’inaccettabile violenza sulle donne (76 femminicidi dall’inizio dell’anno). Senza dimenticare: un degrado ambientale forte soprattutto in certe zone del Paese e tutte le specie ittiche a rischio, il 36% di persone che vive in zone ad alto rischio sismico e un’alta mortalità a causa dell’inquinamento atmosferico nei centri urbani, una transizione troppo lenta alle fonti rinnovabili rispetto agli accordi di Parigi.

LE RACCOMANDAZIONI DELL’ASVIS

È necessario un cambio di passo. I tempi sono strettissimi: un anno dei 15 fissati per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 è già passato. Ecco perché l’ASviS ha avanzato una serie di proposte articolate che riguardano sia gli aspetti istituzionali e organizzativi su come gestire una strategia nazionale sia le politiche d’azione nelle diverse aree degli obiettivi di sviluppo sostenibile (scarica il rapporto completo dell’ASviS). Tra queste, per ridurre la povertà e le disuguaglianze, l’ASviS indica linee di azione in tema di accesso all’istruzione e di aumento dell’occupazione femminile. Per il lavoro, viene suggerito il potenziamento delle politiche a favore dei giovani che non studiano, non sono in formazione e non lavorano (Neet) e dell’alternanza scuola-lavoro. Per il capitale umano e l’educazione, infine, l’ASviS indica quattro aspetti su cui concentrarsi. Approfondiremo questi aspetti nei prossimi giorni sempre nell'EOSditoriale!