Conosciamo Anna
Gli EOSambassador
Anna Crespiatico fa parte della Cooperativa Pandora e ha seguito il progetto “I casi della vita” nelle scuole di Brescia. Dove, racconta, i ragazzi si sono divertiti molto «soprattutto nella fase di gioco con la pianificazione dei rischi di una famiglia». Un altro aspetto rilevante del progetto è aver lasciato ai ragazzi un minimo di vocabolario finanziario e assicurativo: «Se anche io avessi avuto qualche strumento in più fin dai 16-17 anni avrei fatto meno fatica a comprendere alcuni argomenti più avanti».
Come valuta l'esperienza con "I casi della vita"?
Dal punto di vista di un operatore, interessante e positiva per tutti i ragazzi, poiché li mette in contatto con aspetti pratici del mondo reale che, la maggior parte delle volte, non è possibile trattare nelle ore curriculari da parte dei docenti.
Quali sono stati gli aspetti più interessanti degli incontri?
I ragazzi sono sempre molto colpiti dai giochi di simulazione del terzo e quarto incontro, sulla pianificazione dei rischi della vita di una famiglia e di quelli di un'impresa. Spesso è possibile fare anche collegamenti fra ciò che discutiamo in classe e alcune notizie di attualità e questo dà loro il senso di quanto ciò che stanno studiando nel percorso abbia risvolti immediatamente pratici nel quotidiano.
Secondo lei perché la conoscenza di base di assicurazioni ed educazione finanziaria è importante per gli studenti?
Questa conoscenza dà degli strumenti ai più giovani per sperimentare e saper gestire, in una situazione propedeutica, alcuni aspetti che li potrebbero riguardare in futuro sia come privati cittadini che come lavoratori.
Quali sono i concetti più importanti da far apprendere ai ragazzi di questa età?
Sicuramente la pianificazione, cioè investire del tempo per fermarsi un attimo a fare un quadro della situazione, anche se questa ci appare come improbabile o molto lontana. Poi, parlare a dei ragazzi nel 2018 del tema della mutualità, permette di ricordare loro come l'unione, sul tema dei diritti, possa davvero fare la forza.
La classe come ha risposto alle lezioni di UnipolEos?
Ho trovato classi con caratteristiche molto diverse fra loro, ma i ragazzi, con le loro forme, nei quattro o sei incontri hanno trovato sempre qualcosa che li facesse riflettere o che chiarisse degli aspetti a loro completamente oscuri. Il momento del questionario iniziale e finale e i giochi di simulazione sono sempre molto apprezzati.
Ricorda un momento simpatico avvenuto durante un incontro?
Una classe del primo anno di esperienza con "I casi della vita" durante il gioco del terzo incontro si era immedesimata ed appassionata tantissimo, dando non solo dei cognomi di riferimento ma anche dei ruoli al gruppo famiglia: marito, moglie, zio, nonna. Ci eravamo divertiti tanto e ai ragazzi, come confermato poi anche dalla professoressa, i concetti sono davvero rimasti.
Secondo lei l'uso dei social durante le lezioni è uno strumento utile a coinvolgere di più i ragazzi?
Anche se solo in un paio avevano un profilo Twitter attivo, rispetto alla totalità presente su Facebook e Instagram, l’aspetto interessante dell'uso di questo social è che i ragazzi riescono a riconoscerlo come affidabile, adatto per comunicazioni giornalistiche o ufficiali. Come quelli che vengono trasferite loro durante gli incontri.