25 luglio 2018

E alla fine arrivò il test!

Era già chiaro fin dall’inizio: nulla può l’assicurazione per ripararci dall’amicizia tradita o da un cuore infranto. Su questo non avevate dubbi all’inizio del percorso “I Casi della Vita” e avete confermato le vostre certezze anche dopo. Su tanti altri punti avete però scoperto nuovi orizzonti e soluzioni su temi su cui magari non vi eravate mai soffermati a riflettere. È emerso chiaramente dai risultati del test a cui vi hanno sottoposto i formatori all’inizio e alla fine del viaggio nel mondo del rischio e delle assicurazioni. Ecco che il rischio, da sconosciuto e poco compreso, diventa un compagno con cui fare il viaggio: i dati mostrano che si registra una maggiore percezione del rischio a cui sono esposti sia i beni (la somma di “probabile” e “molto probabile” passa da 57% a 83%) sia le persone (da 66% a 78%).

Certo, è bene precisare, non tutti hanno risposto al test finale: le risposte sono state raccolte per il 67% degli studenti iniziali: un fattore distorsivo importante che potrebbe causare una sopravvalutazione del miglioramento rilevato.

Nello specifico, la percezione dei rischi da eventi naturali aumenta molto (dal 14% al 35%), mentre si rafforza solamente la consapevolezza sui rischi relativi a difficoltà economiche (da 57% a 67%). Qui però c’è un dato che fa la differenza. I giovani hanno compreso qual è rischio futuro sul fronte del welfare: la sensibilità al rischio di minori coperture del SSN passa dal 26% al 45 per cento.

Parallelamente, si sposta dal 23% al 5% la convinzione che sia lo Stato a dover risarcire dei danni in caso di eventi negativi, mentre le assicurazioni salgono dal 72% al 90%.

Quando si verificano situazioni di furto, incendio, incidente, calamità naturali, etc, chi dovrebbe risarcire i danni?

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Allo stesso tempo, come insegna nel dettaglio la pianificazione della gestione del rischio di impresa affrontata dal corso, gli studenti sembrano aver capito che non esiste soltanto lo strumento assicurativo per la prevenzione dei danni ai beni e per la pianificazione del proprio futuro e aumenta la percentuale di quelli che dicono che in alcuni casi si può fare a meno delle assicurazioni (a fronte di una corretta valutazione del costo del rischio in rapporto al costo assicurativo).

Eppure tutta questa consapevolezza poco sposta nella consapevolezza sulla necessità di assumere comportamenti di prevenzione o difesa dai rischi in generale.

Riguardo agli ambiti in cui interviene l’assicurazione, aumenta notevolmente la consapevolezza sull’evento “malattia” e “danni ai vicini” e, soprattutto, avviene un ribaltamento sulla percezione del rischio relativo alla insufficienza della pensione.

Il dato maggiormente deludente riguarda la conoscenza dei termini tecnici: il miglioramento è sì generalizzato, tuttavia al termine del percorso formativo ancora il 18% non ha ben chiaro il concetto di premio assicurativo e il 12% quello di “sinistro”. Peggio ancora per i termini “franchigia”, “massimale” ed “esclusione”.

Ben compreso, invece, il concetto di mutualità (82% degli studenti), concetto alla base di tutto il percorso “I Casi della Vita”. Ecco che, sulla scia di questa maggiore consapevolezza sulle origini delle assicurazioni, le polizze sono percepite meno come “costo” e molto di più come “pianificazione”, “mutualità” e “obbligo”.

Segna le prime due parole che vengono in mente quando si cita il termine “assicurazione” tra:

Eos3

La buccia di banana su cui scivolare non poteva mancare, anche per i nostri validi studenti: se i formatori si sono adoperati per raccontare la storia della mutualità, che data 1800, ecco che a fine percorso ancora un 3% degli studenti (rispetto però a un 13% iniziale) ritiene che le assicurazioni siano un’invenzione degli ultimi 50 anni. Il prossimo anno scolastico puntiamo a quota 0 per cento!