21 giugno 2017

Chi sono gli imprenditori sociali?

Cosa significa in concreto fare impresa e allo stesso tempo aiutare la società? In altri termini, cosa vuol dire essere un imprenditore sociale? “Gli imprenditori sociali sono persone che fanno leva sul potere delle forze di mercato sui principi di business per risolvere i problemi sociali, dalla salute per i poveri alla disoccupazione”. Sono le parole della Schwab Foundation for Social Entrepreneurship, organizzazione sorella del World Economic Forum (Wef), che è stata creata da Klus Schwab, fondatore dello stesso Wef, organizzazione internazionale per la coooperazione pubblica-privata.

Quindi? Vi chiederete cosa voglia dire tutto questo in concreto. Alcuni esempi: fornire medicine tramite droni, aiutare i rifugiati a ricongiungersi con le proprie famiglie, promuovere un’alimentazione sostenibile. Si occupano di queste attività con piglio imprenditoriale alcuni degli imprenditori premiati nel 2017 dalla Fondazione, che ogni anno individua una serie di imprese che più contribuiscono all’innovazione e al progresso sociale. Imprese che, spesso in partnership con lo Stato, usano la forza della creatività per operare in zone e su problematiche dove gli Enti pubblici, da soli, non sono in grado di realizzare cambiamenti sociali significativi.

È il caso di Keller Rinaudo, ceo di Zipline, la prima azienda che utilizza droni, chiamati proprio “zips”, per distribuire vaccini, medicine e sangue per trasfusioni nel Ruanda rurale. Ma anche dell’americana The Kitchen, gruppo di ristoranti economici che vendono cibo sano, locale e che puntano a rivoluzionare la cultura del cibo occidentale. E ancora, di Medical Technology Transfer and Services (Mtts), creata in Vietnam da Nga Tuyet Trang e Gregory Dajer per combattere le morti infantile per freddo e ittero. La tecnologia che è infatti diffusamente disponibile nei Paesi occidentali non è accessibile a milioni di persone nei Paesi più poveri del mondo. Mtts produce così dispositivi medici per neonati che costano otto volte meno dei modelli occidentali e sono stati in grado di raggiungere oltre 1,3 milioni di bambini in Asia e in Africa nel solo 2016. “Sono cresciuto in Vietnam subito dopo la Guerra e mancava quasi tutto, incluso l’accesso alla sanità di base. Ho voluto fare la differenza”, ha raccontato Nga sul sito del World Economic Forum.

E voi come potreste fare la differenza?