07 dicembre 2016

Conoscete Pisa?

Avete quindici anni? Come andate in scienze, lettura e matematica? Ve lo dice un’indagine internazionale, lo studio Pisa (Programme for International Student Assessment), che ha scattato la fotografia delle competenze degli studenti italiani e dei loro compagni di altri Paesi in tutto il mondo.

Il voto? Ve lo diciamo subito, c’è da studiare ancora un po’ per agguantare gli studenti migliori a livello internazionale. Che si trovano in alcuni Paesi europei (Estonia e Finlandia, seguiti da Gran Bretagna, Germania, Olanda) ma anche e soprattutto in Asia. Già perché i quindicenni di Singapore ci bagnano il naso. E così pure il Giappone e la Cina.

Nel complesso, siamo indietro in scienze e nella lettura. Mentre ce la caviamo in matematica. I risultati indicano, infatti, che l’Italia ha ottenuto un punteggio sotto la media ottenuta nel complesso dai Paesi oggetto dell’indagine (i Paesi che hanno aderito all’Ocse - Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), sia per quanto riguarda le scienze sia la lettura (481 punti rispetto a 493 e 485 rispetto a 493). Mentre il voto è in linea con la media per quanto riguarda la matematica (490 punti).

L’Italia ottiene invece un risultato migliore della media per quanto riguarda l’influenza del contesto socio-economico sulle performance scolastiche. Infatti, se è generalmente vero che gli studenti svantaggiati per il loro contesto socio-economico hanno meno probabilità di avere successo a scuola, l’Italia registra un legame più debole su questo fronte. In altri termini, le condizioni di partenza socio-economiche influiscono di meno sui risultati scolastici.

L’indagine viene ripetuta ogni tre anni ed è giunta alla sua sesta edizione : in ogni edizione viene approfondito un ambito in particolare e per questa ultima Indagine Pisa 2015 il focus riguarda l’alfabetizzazione scientifica, materia che è stata per la prima volta oggetto dell’indagine periodica approfondita nel 2006.

Lo studio così ripetuto permette quindi di ottenere una prospettiva storica sull’andamento degli studenti. Per quanto riguarda le scienze, i risultati ci dicono che la performance media degli studenti quindicenni non è cambiata di molto rispetto al 2006 (quando, come abbiamo detto, è stata effettuata la prima rilevazione principale della materia). Così come è rimasta stabile la performance nella lettura rispetto al 2009 (anno della rilevazione principale). Al contrario, gli studenti sono diventati più bravi in matematica, in media di 7 punti ogni tre anni tra il 2003 e il 1015 (vai al sito Ocse-Pisa per leggere i dati completi dell’indagine).

E tra ragazzi e ragazze? Per ora sono in vantaggio i primi in scienze e matematica, dove le differenze sono marcate. Nella lettura, invece, i ragazzi rimangono indietro alle ragazze. Il gap si è però ristretto molto rispetto al 2009: non solo perché i ragazzi sono migliorati ma anche perché la performance femminile è peggiorata.

Perché ci occupiamo di questi “voti”? Perché l’obietto 4 dei Sustainable Development Goals (“Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”) richiede ai sistemi educativi di monitorare i risultati di apprendimento dei giovani e l’indagine Pisa si propone come strumento di misurazione delle competenze degli studenti. «Pisa – si legge nello studio – offre una misura confrontabile e solida dei progressi effettuati, in modo che tutti i Paesi, indipendentemente dal loro punto di partenza, possono vedere chiaramente dove si trovano rispetto al percorso verso i target concordati a livello internazionale sulla qualità ed equità dell’educazione».