L’Educazione finanziaria sarà insegnata nelle scuole, nell’ambito dell’Educazione civica
La recente approvazione del disegno di legge Competitività da parte del Consiglio dei Ministri si traduce in un importante passo avanti per promuovere l’inclusione economica e la cultura finanziaria dei giovani, con l’inserimento dell’Educazione finanziaria nei programmi didattici delle scuole, nell’ambito dell’insegnamento dell’Educazione civica.
Il disegno di legge prevede forme di cooperazione tra i soggetti istituzionali e i soggetti portatori di interessi economici. Ciò comporta che il Ministero dell’Istruzione e del Merito, d’intesa con la Banca d’Italia e la Consob, definirà le linee guida per lo studio nelle scuole dell’Educazione finanziaria, sentite le associazioni rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari. Saranno sottoscritti appositi accordi per promuovere la cultura finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica.
Segnatamente, l’articolo 21 del disegno di legge Competitività dei capitali, approvato lo scorso 11 aprile dal Consiglio dei Ministri, introduce il principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” e quello del “diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento”.
Al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, istituito con la legge 15 del 2017, spetterà il compito di approvare il “piano triennale di attività”. Sarà poi compito del ministero dell’Istruzione sottoscrivere accordi con Bankitalia e la Consob per “promuovere la cultura dell’educazione finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica e nei limiti delle risorse disponibili” dopo aver sentito il comitato.
L’obiettivo è quello di rendere i ragazzi cittadini consapevoli, capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese: così, in un’ottica interdisciplinare e trasversale, acquisiscono centralità nel percorso formativo la finanza, il risparmio e l’investimento.
Questo alla luce di un preoccupante dato di fatto: gli italiani si trovano all’ultimo posto tra i Paesi Ocse per quanto riguarda l’alfabetizzazione finanziaria. Secondo un’indagine del 2020 condotta a livello internazionale dall’Ocse, su 26 Paesi coinvolti nell’analisi il nostro Paese si è infatti piazzato all’ultimo posto quanto a conoscenza finanziaria di base, con un punteggio di 11,1 su 21.
Non solo donne, anziani e persone con un basso livello di alfabetizzazione digitale scontano ritardi maggiori, ma punteggi bassi sono rilevati anche per i giovani, la categoria più esposta a un rischio di eccessivo e inconsapevole indebitamento dovuto all’utilizzo di internet e dei pagamenti virtuali che rendono molto più semplice spendere anche a chi non ha gli strumenti per farlo in modo consapevole.
“L’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria è ormai ampiamente riconosciuta a livello internazionale”, ha affermato Magda Bianco, capo del Dipartimento Tutela della clientela e educazione finanziaria di Bankitalia, nella sua audizione alla commissione Cultura del Senato sull’educazione finanziaria a scuola. “La crescente complessità dei sistemi economici e finanziari che caratterizza il contesto attuale e futuro rende oggi ancora più indispensabile possedere competenze finanziarie di base che facilitino l’orientamento, la tutela e l’allocazione del risparmio”.
Proprio per questi motivi l’ingresso dell’educazione finanziaria nelle scuole rappresenta un primo passo nella giusta direzione. “Le indagini ci mostrano che gli italiani hanno competenze finanziarie basse nel confronto internazionale. Per questo è urgente promuovere l’educazione finanziaria fin dalla giovane età; valutiamo quindi positivamente l’inserimento dell’educazione finanziaria a scuola. La scuola raggiunge tutti, indipendentemente dai contesti socio-economici e dal genere di appartenenza”, ha ribadito Magda Bianco.
Per approfondire, si veda https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/56988.pdf.
Capo III MISURE DI PROMOZIONE DELL'INCLUSIONE FINANZIARIA Art. 21. (Misure in materia di educazione finanziaria) 1. Alla legge 20 agosto 2019, n. 92, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 1, comma 1, dopo la parola: « culturale » è inserita la seguente: « , economica »; b) all'articolo 1, comma 2, le parole: « diritto alla salute e al benessere della persona » sono sostituite dalle seguenti: « diritto alla salute, al benessere della persona e all'educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all'investimento »; c) all'articolo 3, comma 1, alinea, le parole: « con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca » sono sostituite dalle seguenti: « con decreto del Ministero dell'istruzione e del merito e, con specifico riferimento alla lettera h-bis), d'intesa con la Banca d'Italia e la Commissione nazionale per le società e la borsa e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari, »; d) all'articolo 3, comma 1, dopo la lettera h) è aggiunta la seguente: « h-bis) educazione finanziaria »; e) all'articolo 3, comma 2, dopo le parole: « e alla cittadinanza attiva » sono inserite le seguenti: « e l'educazione finanziaria ». 2. All'articolo 24-bis del decreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 2017, n. 15, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 10 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «A decorrere dall'anno 2023, il Comitato, con propria delibera, approva il piano triennale di attività, in coerenza con il programma di cui al comma 3 e tenuto conto degli accordi di cui al comma 10-bis»; b) dopo il comma 10, è inserito il seguente: «10-bis. Il Ministero dell'istruzione e del merito, sentito il Comitato, sottoscrive appositi accordi con la Banca d'Italia e la Commissione nazionale per le società e la borsa al fine di promuovere la cultura dell'educazione finanziaria, nel rispetto dell'autonomia scolastica e nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».