07 febbraio 2019

Educazione finanziaria e cittadinanza

Educazione FinanziariaCittadinanzaFuturo sono solo alcune delle parole chiave emerse durante il workshop “Educazione Finanziaria per i cittadini di domani, Il contributo della psicologia dello sviluppo e dell’educazione” tenutosi presso l’università Cattolica il 17 Gennaio. Ma qual è la loro correlazione e cosa ne costituisce un filo logico che abbraccia ogni singolo individuo, in tutto il suo percorso di vita?

L’ OCSE definisce l’educazione finanziaria come “il processo attraverso il quale i risparmiatori/investitori migliorano la propria comprensione dei concetti, dei prodotti e dei rischi finanziari e, attraverso l’informazione, l’istruzione e/o il consiglio obiettivo, sviluppano competenze e fiducia per divenire più consapevoli dei rischi finanziari e delle opportunità, per prendere scelte consapevoli, per conoscere a chi rivolgersi per chiedere aiuto e per intraprendere le altre azioni efficaci per migliorare il proprio benessere finanziario”. Le riflessioni del workshop, partono da questa descrizione e ne superano i confini. L’alfabetizzazione finanziaria, intesa come la definizione e la classificazione dei procedimenti, non è più sufficiente per descrivere il percorso che porta l’individuo a compiere una scelta, piuttosto che un’altra. L’aspetto sociale, le abitudini ereditate dalla famiglia di origine, le credenze, gli usi e tutto quello che riguarda la sfera emotiva sono fattori imprescindibili che non possiamo dimenticare sia nella comprensione dei concetti economici di base, che nelle capacità decisionali, che nelle abilità cognitive e di comprensione delle norme sociali. Possiamo quindi dire che si è andati oltre la definizione dell’individuo come “consumatore/investitore”, riconoscendo la sua sfera emotiva ed identificandolo come cittadino. La Cittadinanza si basa sul presupposto che il potere del singolo non si limiti alla scelta del prodotto acquistato, ma si estenda alla scelta di quali politiche economiche sostenere oppure contrastare. Il consumo, quindi, tiene ora in considerazione anche la sfera globale che non riguarda più la semplice fruizione del bene, ma parte dalla sfera psicologica del soggetto e si interroga sui retroscena che comprendono, ad esempio, la catena di fornitura. Ecco perché è sempre più necessario insegnare ai giovani che la politica è una cosa che li riguarda e li riguarderà per tutta la loro vita; è qualcosa per la quale è indispensabile creare un proprio pensiero critico, avere delle opinioni, poiché lo scenario della realtà che vivono e viviamo è in continuo mutamento, proprio come conseguenza dell’agire dell’uomo. Questo insegnamento serve loro anche per “inquadrare” i temi chiave; ad esempio, spesso non sanno cosa sia la sharing economy, eppure l’hanno sperimentata direttamente.. semplicemente non sanno che si chiama così. Ma quali sono gli ostacoli alla creazione di questa identità cittadina? Certamente i temi non sono semplici e non è nemmeno facile farsi un’opinione nell’epoca delle fakenews; è difficile pensare agli effetti indiretti ed a quelli aggregati che un’azione individuale può avere sul mercato (l’esempio è che se tutti iniziassimo a risparmiare contemporaneamente, in realtà si avrebbe una diminuzione del risparmio collettivo); a ciò aggiungiamo che la natura umana è soggetta a limiti cognitivi, tanto più elevati quanto più è giovane il soggetto che deve apprendere e che, nella memoria a lungo termine, le informazioni sono collocate in modo “sparpagliato” per cui, quando pensiamo ad un concetto, tendiamo a soffermarci sul primo pensiero che viene in mente e non diamo immediatamente spazio alle riflessioni ed al ragionamento. Il risultato, anche di questo insieme di fattori, è un forte senso di “scollegamento dalla realtà”; esso si riflette, ad esempio, in ambito scolastico nelle difficoltà di comprensione ed apprendimento dei giovanissimi in relazione a tutte le materie, quindi non solo quelle economiche o matematiche; ma soprattutto nel loro essere esclusivamente ancorati al presente, senza alcuna prospettiva o percezione del futuro. Il futuro è qualcosa di lontano ed astratto, qualcosa che nella sua indeterminatezza fa paura. Ragionare in termini di risparmio, di investimenti, di previdenza è sintomo invece di una visione chiara e lungimirante, di una visione che tramuta il singolo in “cittadino” e che lo porta a pensare al proprio benessere come parte integrante della comunità in cui vive.