29 marzo 2018

Bes e SDGs, capiamo meglio

Chi di voi ha seguito gli approfondimenti di EOS, non mancherà di notare la vicinanza tra il Bes e gli SDGs. Sebbene l’attività sul Bes (di cui abbiamo parlato nell'EOSditoriale "La misura del benessere") e sugli SDGs si sia sviluppata in modo indipendente i due framework condividono l’attenzione ai temi delle disuguaglianze e alla sostenibilità. In particolare alcuni degli indicatori sviluppati all’interno del Bes si ritrovano anche come indicatori nel framework SDG o perché identici/proxy degli indicatori stabiliti a livello internazionale, o perché ritenuti complementari, utili a descrivere meglio il fenomeno considerato.

Ed è per questo che l’Istat sta lavorando sui due sistemi in maniera integrata e ha deciso di accompagnare l’uscita del Rapporto Bes con la diffusione e l’aggiornamento degli indicatori per lo sviluppo sostenibile. Già a partire dal 2016, l’Istat aveva reso disponibili un numero consistente di indicatori collegati agli SDGs, come input alla definizione della Strategia italiana di sviluppo sostenibile. Nel rapporto Bes, pubblicato a dicembre 2017 l’Istat ha rilasciato gli aggiornamenti relativi a 201 indicatori riferiti a oltre 100 misure SDGs. Per 69 di questi sono stati effettuati aggiornamenti delle serie storiche o, in alcuni casi, si è proceduto ad un incremento delle disaggregazioni. Questa ulteriore diffusione di indicatori testimonia il proseguimento delle attività dell’Istat in questo importante ambito. Attività che sono proseguite anche a livello internazionale dove si sta ponendo sempre più l’attenzione alle misure necessarie per modernizzare e rafforzare i sistemi statistici.

Bes In Sdgs

L’ITALIA EQUA E SOSTENIBILE

Diamo ora uno sguardo ai dati dell’ultimo rapporto Bes pubblicato a dicembre 2017. Il riferimento temporale è al triennio 2014-2016. Cosa ci dice? La prima considerazione è che miglioramenti più o meno marcati si osservano per molte delle dimensioni del benessere monitorate in questo rapporto: dall’istruzione all’occupazione, dalle condizioni economiche alla sicurezza. Ci sono però delle eccezioni: la qualità delle relazioni sociali continua a deteriorarsi; l’innovazione, la ricerca e la creatività segnano una battuta d’arresto dopo un periodo di crescita.

In particolare, l’evoluzione positiva del benessere complessivo della società italiana è sostenuta da tre elementi:

1. Il proseguimento del trend di crescita in alcuni domini, quali ad esempio l’istruzione e formazione, caratterizzati dal costante miglioramento di alcuni indicatori come la quota di laureati e altri titoli terziari (30-34 anni);

2. Il progresso degli indicatori maggiormente legati alle dinamiche del ciclo economico, come il tasso di occupazione o il reddito disponibile;

3. Il ritorno di segnali positivi, dopo alcuni anni, per alcuni aspetti importanti del benessere, come la qualità del lavoro e la soddisfazione per la vita.

Da segnalare che il dominio Istruzione e formazione è quello per il quale si sono registrati i progressi più importanti: l’indice composito si assesta nel 2016 a 107,4 (base 2010=100). Un sostanziale miglioramento si osserva per tutti gli indicatori considerati, tranne quello di partecipazione alla scuola dell’infanzia, che ha visto una lieve flessione dal 2010 ad oggi (dal 95% al 92% dei bambini di 4-5 anni). Il miglioramento interessa tutte le ripartizioni, in misura minore il Centro.

Rapporto 2017