07 giugno 2017

In cerca del nuovo paradigma di sviluppo

Eravate anche voi tra le oltre 8mila persone che hanno seguito la diretta streaming e tra i 120 tweet registrati all’ora? È iniziato così, con una partecipazione diffusa, da internet ai social, dall’Italia passando per Europa e anche Stati Uniti, il Festival dello Sviluppo Sostenibile. L’evento, il primo nel suo genere, si è aperto il 22 maggio con la giornata inaugurale di Napoli e si conclude oggi a Roma con la presentazione alle istituzioni da parte dell’ASviS delle riflessioni e proposte elaborate nel corso del Festival. Diciassette giorni di dibattiti e incontri per diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Leggete anche l'EOSditoriale "Studiate per voi. Aiuterete il Paese").

Una dimostrazione diretta dell’interesse che le sfide dello sviluppo sostenibile suscitano negli italiani. A Napoli si è parlato di disuguaglianze. “Ridurre l’ineguaglianza all’interno e fra le Nazioni” è infatti il decimo dei 17 SDGs. Come ha ricordato in apertura d’evento il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, presidente anche del Gruppo Unipol, la riduzione delle diseguaglianze aumenta l’efficienza dell’intero sistema. Per farlo è necessario un cambio di mentalità. Lo ha ricordato il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, che nella sua relazione ha sottolineato la necessità di abbandonare il vecchio paradigma della crescita che non funziona più: i Paesi industrializzati cresceranno meno, ed è necessario costruire il benessere collettivo su nuovi parametri.

IN CAMPO IMPRESE E FINANZA

In questo cambio di mentalità sono chiamate anche le imprese e il mondo della finanza. Ecco perché la tappa milanese del Festival del primo giugno è stata dedicata al contributo del settore privato al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Il mondo del business, secondo i dati presentati all’evento, è già oggi attento ai temi dello sviluppo sostenibile: l’87% dei capi impresa intervistati da Global Compact – Accenture conosce gli SDGs e li considera un’opportunità essenziale per il business. Il raggiungimento degli SDGs potrebbe rivelarsi un importante motore di opportunità di mercato. Limitandosi anche solo a quattro sistemi economici (cibo e agricoltura, energia e materie prime, città, salute e benessere), il raggiungimento degli SDGs creerebbe dodicimila miliardi di dollari di opportunità di mercato. E la finanza si sta muovendo: a livello globale, alla fine del 2016 sono 22,9mila i miliardi di dollari che vengono gestiti professionalmente seguendo strategie di investimento responsabili. In altri termini, come sottolineato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, intervenuto all’evento, nella quarta rivoluzione industriale le politiche di sostenibilità non sono più un vincolo, ma una leva di competitività.

LA DICHIARAZIONE DI INTENTI

In quest’ottica ASviS si propone come una piattaforma strategica per destinare idee e risorse allo sviluppo sostenibile, uno strumento agile e competente per far sì che mondi lontani possano dialogare tra loro. E i rappresentati delle associazioni (da Alleanza delle Cooperative italiane a Confindustria, da Confcommercio a Febaf) hanno scelto la tappa milanese del Festival per sottoscrivere una dichiarazione congiunta di intenti a favore dello sviluppo sostenibile. Con la carta si impegnano a informare le imprese sugli SDGs, promuovere l’innovazione dei modelli di business, favorire le partnership e le collaborazioni, promuovere l’accesso e l’utilizzo della finanza etica e responsabile.

La conclusione della giornata si è soffermata sui concetti di condivisione e futuro: è necessario “co-creare lo sviluppo contemporaneo”, ossia condividere con tutti, ma in particolare con le nuove generazioni, l’impegno a cercare un nuovo paradigma di sviluppo che “sostituisce quello vecchio che è ormai in soffitta”. Voi, le nuove generazioni, ci siete?