26 aprile 2017

Dite “assicurazione”. A cosa pensate?

Cosa significa “premio”? E cosa si intende con “massimale”? Termini tecnici, è vero. Ma possono rappresentare un buon barometro della cultura assicurativa di ciascuno di noi. E fornirvi gli strumenti per difendervi. Vi ricordate? Avete incontrato queste domande quando vi è stato sottoposto il questionario iniziale per testare la vostra conoscenza del mondo assicurativo.

In altri termini, siete consapevoli dei rischi a cui siete esposti? E sapete quali sono gli strumenti tecnici per difendervi? Un sondaggio sviluppato da Eumetra Monterosa per il Gruppo Unipol in collaborazione con LifeGate afferma che i giovani tra i 18 ei 24 anni sono più consapevoli e più preoccupati del futuro, anche se nel campo dell'educazione c’è ancora tanto da fare. Dalla ricerca emerge infatti che i giovani sono spaventati dal futuro e desiderano correre ai ripari con uno strumento dedicato che viene generalmente identificato con l'assicurazione, ma la scarsa cultura assicurativa impedisce che ci si avvicini a determinati prodotti esistenti.

PIÙ COPERTURE PER I GIOVANI

Lo studio ha voluto fornire elementi utili ad approfondire il livello di conoscenza e il percepito del mondo assicurativo attraverso un’analisi di tre aspetti:

  1. L’atteggiamento della popolazione nei confronti del rischio
  2. Il livello di conoscenza del vocabolario assicurativo
  3. La percezione valoriale del mondo assicurativo

L’indagine è stata realizzata su un ampio campione di 814 individui rappresentativo della popolazione italiana e su un sovracampionamento di 279 giovani (18-24 anni).

L’EOSditoriale approfondirà i risultati emersi in relazione allo studio effettuato sui giovani. Prima di entrare nel vivo delle risposte, è utile un breve identikit di chi è stato interpellato: si tratta di un campione equamente ripartito tra maschi e femmine (rispettivamente il 51% e il 49%), distribuito su tutto il territorio nazionale, il 73% ha come titolo di studio la scuola media superiore e il 20% la laurea, l’87% è occupato con la maggioranza (57%) impegnato in attività di studio.

Cosa pensano quindi questi 18-24enni delle assicurazioni? La parte più giovane della popolazione, pur avendo una disponibilità economica e una cultura assicurativa più limitate, percepisce la necessità di coprire un numero maggiore di rischi e soprattutto è propensa a scoprire nuove possibilità e modalità di copertura che differiscano da quelle più tradizionali. Tuttavia, rimangono in molti a ignorare che tali strumenti sono già disponibili.

SE DICO ASSICURAZIONE, COSA PENSI?

Quali sono nel dettaglio gli atteggiamenti verso il rischio e le assicurazioni emersi nella ricerca? Quanto si parla di danni, per i giovani emerge una differenza significativa tra ragazze e ragazzi: le prime sono più preoccupate per i danni verso la persona, i secondi per quelli verso le cose. Il 47% delle ragazze ritiene inoltre abbastanza probabile o molto probabile che possano accadere a loro personalmente eventi catastrofali come terremoti e alluvioni contro il 41% della media della complessiva categoria giovani.

È stata poi analizzata anche la sensibilità della popolazione verso il rischio economico. I giovani (il 66%), soprattutto nel sud Italia, percepiscono come abbastanza probabile o molto probabile il rischio collegato a difficoltà economiche durante o al termine dell'attività lavorativa. Non solo, preoccupano anche le coperture del Sistema sanitario nazionale. Il 61% dei giovani pensa che sia abbastanza probabile o molto probabile trovarsi ad avere minore coperture del Sistema sanitario nazionale, percentuale che sale al 66% tra la popolazione del Sud e delle isole.

LO STATO TUTTO NON PUÒ FARE

Nel complesso l’80% dei giovani considera abbastanza o molto importante assumere comportamenti di prevenzione e il 71% di questi sostiene anche che le assicurazioni svolgano un ruolo molto importante per la copertura dei rischi. I giovani sembrano non dare per scontato che lo Stato abbia un dovere nei loro confronti nelle situazioni di rischio. Per la pianificazione di rischi della vita (dove entrano in gioco piani pensionistici e previdenza complementare), solo il 66% ritiene invece che le assicurazioni svolgano un ruolo molto importante, mentre il 34% pensa che se ne possa anche fare a meno. ​

PAROLE..PAROLE.. SOLO PAROLE?

Nonostante questa diffusa percezione del rischio, la cultura assicurativa, intesa come padronanza dei termini più tecnici legati al rischio e alle assicurazioni, rimane limitata. Solo il 65% dei giovani, in linea con il 66% del campione della popolazione generale, conosce il significato della parola "premio”. "Sinistro" invece è un termine meglio conosciuto (80% tra i giovani), mentre più indietro rimane il termine “beneficiario” (68%). Decisamente meno noto è invece "massimale": solo il 60% dei giovani che però fanno meglio del 53% della popolazione generale.

Lo studio conclude che solo il 24% dei giovani ha una cultura assicurativa elevata, il 40% si attesta a un livello medio mentre un buon 36% rimane ancora con una cultura assicurativa giudicata bassa. Infine, un esercizio di libera associazione di idee condotto dalla ricerca, ha rivelato che tra i giovani la sicurezza è decisamente l’idea più persistente tra quelle collegate alla parola "assicurazione”. E se si dice assicurazione, voi a cosa pensate?

U NIPOL