07 aprile 2017

Dieci tappe verso l’istruzione di qualità

Qual è il percorso verso un’educazione di qualità, equa ed inclusiva? Lo hanno tracciato le Nazioni Unite con i dieci sotto–obiettivi assegnati al tema “educazione di qualità”, quarto punto dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritti nel settembre 2015 dai principali Paesi mondiali. Il tema è stato già affrontato diverse volte, prima con l’EOsditoriale “Studiate per voi. Aiuterete il Paese”, poi con “I voti alla scuola”. Qui vi era stato presentato il primo bilancio elaborato dal Ministero dell’Ambiente in un corposo studio che fa il punto sulla situazione dell’Italia in relazione ai 17 Obiettivi (chiamati anche SDGs).

In quell’occasione, avevate scoperto che la situazione del nostro Paese è una fotografia con luci e ombre. Facciamo bene in termini di competenze minime degli alunni; accesso alla scuola materna e sviluppo infantile; parità di genere; adeguatezza delle strutture scolastiche. Mentre rimaniamo indietro su altri fronti.

Scoprite punto per punto le luci e le ombre dell’Italia sull’educazione grazie alla sintesi per sotto-obiettivi qui sotto riportata.

Obiettivo 4.1- LE COMPETENZE MINIME

Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell'educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti.

Qui il Ministero indica che per le competenze minime degli alunni (scuole elementari e medie) il trend è positivo dal 2010 a oggi, ma che il tasso di abbandono scolastico, seppur in calo negli ultimi due anni, rimane distante dalla media Ue.

Obiettivo 4.2 – LA SCUOLA DELL’INFANZIA

Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria.

Il Ministero rileva che la scuola dell’infanzia rappresenta un punto di forza del nostro sistema di istruzione e formazione. Tuttavia, l’accesso al nido e ai servizi vari all’infanzia registra valori molto inferiori agli obiettivi europei ed è in decrescita dal 2010, con forti disparità sul territorio.

Obiettivo 4.3 – L’ISTRUZIONE TECNICA

Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria - anche universitaria - che sia economicamente vantaggiosa e di qualità.

Il Ministero segnala che il tasso di partecipazione alla formazione permanente è inferiore alla media Ue in Italia (8% contro 10%) e che il tasso di istruzione terziaria nelle fasce di età tra i 30 e i 34 anni è uno dei più bassi dell’Ue.

Obiettivo 4.4 – LE COMPETENZE SPECIFICHE PER IL LAVORO

Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche - anche tecniche e professionali - per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria.

Il Ministero rileva che a livello nazionale le persone con “elevate competenze informatiche” sono il 22,6%, con disparità sul territorio, per fasce di età e per sesso. C’è un 27,1% di persone che possono essere definite assolutamente prive di abilità Ict. Inoltre, esiste una quota molto elevata e crescente di giovani Neet, ossia disoccupati non iscritti a un ciclo di istruzione o formazione.

Obiettivo 4.5 – LA PARITÀ DI GENERE

Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell'istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità

Il Ministero sottolinea che si può notare un trend positivo per l’Italia, almeno per quanto riguarda la parità di genere nell’accesso all’istruzione e alla formazione. Il divario tra territori (Nord-Centro-Sud) non è tuttavia in diminuzione. Per quanto concerne la disabilità, le strutture scolastiche sono carenti ma in via di miglioramento.

Obiettivo 4.6 – LA CAPACITÀ DI CALCOLO

Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo.

Il Ministero rileva che la percentuale di studenti 15enni con risultati insufficienti in lettura e matematica è ancora molto alta, e lontana dall’obiettivo Ue. Non solo. Per quanto riguarda gli adulti (16-65 anni), l’indagine Piaac (OCSE) colloca l’Italia all’ultimo posto tra i Paesi dell’area considerata.

Obiettivo 4.7 – LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.

Il Ministero segnala che, in assenza di una strategia politica nazionale (ed europea) in materia di educazione allo sviluppo sostenibile, esistono molteplici iniziative (su scala nazionale, territoriale, ma anche di singola scuola) diffuse in maniera disomogenea sul territorio, e che dunque non esistono dati che consentano di tracciare una panoramica complessiva.

Obiettivo 4.a – POTENZIARE LE STRUTTURE

Costruire e potenziare le strutture dell'istruzione che siano sensibili ai bisogni dell'infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all'apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti.

Per il Ministero in particolare il trend dell’adeguatezza delle strutture scolastiche ai disabili è positivo. Sulla presenza di internet e personal computer nelle scuole, i dati sono reperibili, ma solo con riferimento a ogni singola scuola, sul sito “Scuola in Chiaro”.

Obiettivo 4.b e 4.c – BORSE DI STUDIO E INSEGNANTI QUALIFICATI

Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i Paesi in via di sviluppo, specialmente nei Paesi meno sviluppati, nei piccoli Stati insulari e negli Stati africani, per garantire l'accesso all'istruzione superiore - compresa la formazione professionale, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici - sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli Stati in via di sviluppo, specialmente nei Paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

Il Ministero conclude dicendo che in mancanza di dati rispondenti appieno a quanto richiesto, per valutare il posizionamento italiano rispetto a entrambi i target può essere utile far riferimento alla quota di aiuto pubblico italiano complessivamente dedicata al settore dell’istruzione, che, secondo le statistiche Ocse, ha avuto diverse fluttuazioni negli ultimi anni: dal 2012 al 2014 anni la quota è cresciuta, anche se i valori restano ancora distanti dal picco raggiunto nel 2011.